Il giorno 8 giugno presso la sala Bergonzoni si è tenuta l’inaugurazione della mostra fotografica “Oro Rosso”, realizzata da Stefania Prandi, giornalista, scrittrice e fotografa, avente come oggetto lo sfruttamento lavorativo della braccianti impiegate nella raccolta frutta e ortaggi nel Mediterraneo. L’inchiesta si snoda tra tre paesi principali esportatori in Europa: Italia, Spagna e Marocco.
Il lavoro di documentazione, durato più di due anni e realizzato grazie a oltre 130 interviste a lavoratrici, sindacalisti e associazioni, è confluito nel libro “Oro Rosso, Fragole, Pomodori, Molestie e Sfruttamento Nel Mediterraneo”. Il libro vede come protagoniste le operatrici agricole della raccolta frutta e ortaggi, le quali testimoniano le condizioni di violenza e sfruttamento vissute quotidianamente: turni estenuanti, salari irrisori, violenze verbali e fisiche, oltre che alla disincentivazione alle denunce che spesso cadono nel vuoto per “mancanza di prove”.
Ad aprire l’incontro di presentazione è stato l’intervento della referente anti-tratta per il progetto Ols Tatiana Hincu, che ha presentato gli obiettivi del piano 2022-2023,focalizzandosisul grave sfruttamento lavorativo nel territorio. A seguire vi è stato il contributo dell’avvocata civilista, Gabriella Alboresi, la quale ha sottolineato la multiformità dello sfruttamento. In particolare, la progressiva precarizzazione e deregolamentazione del lavoro è divenuta una realtà abitualmente subita dalle donne, alla quale si aggiunge la specificità della loro condizione socioculturale (dimissioni in bianco, carico del lavoro di cura non retribuito…).
Un ulteriore fattore che aggrava il dispiegarsi dello sfruttamento sulle braccianti è che queste sono in maggior parte donne con un progetto migratorio. Il carico di un progetto familiare, lo stato di necessità nonché la violenza istituzionale, inquadra le donne migranti in una realtà entro la quale la subordinazione a dinamiche di sfruttamento e violenza diventa un elemento caratterizzante. Come progetto Ols in associazione riscontriamo quotidianamente l’ingente ruolo che la violenza istituzionale ha come uno dei principali limiti al processo di autodeterminazione che le donne migranti e razializzate si prefiggono di raggiungere.
Grazie alla prospettiva internazionale dell’inchiesta realizzata da Stefania Prandi, sono state evidenziate su più livelli le criticità delle condizioni di lavoro, di vita e di tutela delle lavoratrici del Mediterraneo, le quali sono dipendenti dai caporali per quanto riguarda alloggio e trasporti; oltretutto manca la presenza di una rete sindacale adeguata a garantire i lori diritti sul lavoro. Pertanto le donne si ritovano a vivere in abitazioni insalubri e a subire violenze fisiche, verbali e sessuali sia sul posto di lavoro che in casa.
La pubblicazione dell’inchiesta Oro Rosso ha avuto un forte impatto in diversi paesi europei, incentivando all’apertura di indagini per monitorare la situazione delle braccianti e portando associazioni e ONG internazionali a sostenere anche economicamente la lotta delle lavoratrici del Mediterraneo attraverso l’associazionismo di base e altre azioni.
In particolare, in spagna, il riscontro avuto ha agevolato diverse operaie a sporgere denuncia, tant’è che nel 2018 400 braccianti sono scese in piazza a manifestare. Le proteste sono continuate e hanno portato alla formazione del sindacato autonomo delle braccianti Jornaleras De Huelva En Lucha , attivo da allora.
L’ONU ha anche inviato un ispettore per fare rapporto sulla situazione. Nel 2021 il più grande sindacato danese 3F, che da anni opera per la promozione del commercio etico, ha deciso di collaborare con i rappresentanti delle grandi catene di supermercati e con le organizzazioni sindacali spagnole per far luce sulle condizioni lavorative e far conoscere alle grandi aziende il background dei prodotti che mettono sul mercato. Secondo 3F bisognerebbe negoziare un patto simile al cosiddetto “Accordo Del Bangladesh” con linee guida chiare e sanzioi in caso di violazione.
Le parole della giornalista Stefania Prandi evidenziano come l’intensificazione e la radicalizzazione dei movimenti di resistenza dal basso non siano sufficienti al concreto miglioramento delle condizioni di lavoro e di vita delle lavoratrici del Mediterraneo. Ci associamo pertanto alla necessità di un mirato intervento di mappatura dati riguardo alla violenza sul lavoro – tuttora inesistente – la realizzazione di ispezioni non annunciate, la creazione di una rete di trasporto pubblico che sottragga le donne alle dipendenze, nonché il collocamento pubblico del settore agricolo al fine di arginare la crescente tendenza al finanziamento dell’agricoltura intensiva.
Le foto del progetto Oro Rosso sono state pubblicate su Al Jazeera, Politiken, Open Society Foundations, Vice, Correctiv, Buzzfeed, Azione, Gli Stati Generali, Radiotelevisione Svizzera (RSI), Danwatch, Revue Project, Aggiornamenti Sociali, Il Fotografo
Per approfondimenti:
Sindacato Jornaleras de Huelva En Lucha
Al Jazeera – In spains strawberry fields migrant women face sexual abuse