Duplice femicidio nel Modenese



Mercoledì 20 maggio 2015

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DUPLICE FEMICIDIO NEL MODENESE
Il Coordinamento dei centri antiviolenza dell’Emilia-Romagna si esprime sui recenti casi regionali di donne uccise dalla violenza maschile

Uccise a distanza di un giorno, Francesca Marchi e Irene Tabarroni sono morte per mano dello stesso uomo, marito della prima e genero della seconda. Troppo spesso si pensa che il femicidio e la violenza di genere riguardino solo le donne partner o ex partner del femicida.

La violenza sulle donne è invece un fenomeno molto più pervasivo che, nelle sue spirali di soprusi e aggressioni, investe anche quante e quanti sono vicini alla donna. Nel caso di Gorghetto di Bomporto, Francesco Grieco ha riservato la stessa violenza usata nei confronti della moglie alla madre di questa, che non è riuscita ad aiutarla e che chiedeva di lei dopo averne notato la scomparsa.

L’uomo, reo confesso, ha dichiarato di aver agito in preda a un ‘raptus’, usando un termine che dimostra come ormai il linguaggio fuorviante ancora usato dai media nei casi di violenza di genere venga spesso fatto proprio dai protagonisti. E invece non di un improvviso impulso omicida si tratta ma di un duplice femicidio: sono queste le due parole che meglio descrivono quanto accaduto a Gorghetto di Bomporto.

Gabriella Alboresi, Presidente della Casa delle donne contro la violenza di Modena, ha parole di sbigottimento e indignazione, a questo proposito: ‹‹Ancora una volta stupite, arrabbiate, indignate per come viene rappresentata dagli autori e dai mass media la violenza maschile sulle donne: “preso da impulso irrefrenabile”, “raptus” “come ho fatto ad uccidere l’amore della mia vita” eccetera. Questa rappresentazione minimizza e copre l’accaduto dandone una versione artefatta, edulcorata, quasi a cercare a ogni costo una giustificazione all’efferatezza del gesto compiuto››.

Si parla di “difficoltà lavorative” e “problemi economici” quando si dovrebbe denunciare il silenzio che circonda le donne che subiscono violenza, i cui maltrattamenti spesso rimangono confinati in qualche riga di giornale, citati come “strani rumori” sentiti in passato dai vicini. ‹‹Per vedere i rapporti tra i sessi all’interno della famiglia nella loro dimensione reale, dobbiamo rimettere al centro la donna, che viene spazzata via non solo dalla morte ma anche dalla rappresentazione che ne viene data››, spiega ancora Alboresi, ‹‹Si tratta di donne sole tra le mura domestiche, quelle che dovrebbero garantire sicurezza, ma che diventano mura di silenzio, come ben sappiamo dai racconti delle donne che accogliamo da venticinque anni, 325 solo nel 2014››.

Il Coordinamento dei centri antiviolenza dell’Emilia-Romagna segnala che si tratta del secondo femicidio in regione nell’arco di pochi giorni. Risale solo a pochi giorni fa il ritrovamento a Savio di Cervia, nel ravennate, del corpo di Paola Fabbri, trovato accanto a quello del compagno. Anche in quel caso i giornali usarono un’espressione fuorviante, parlando di “omicidio-suicidio”, di “due vittime” etc. Si tratta, invece, sempre dello stesso ciclo di abuso e prevaricazione che raggiunge il suo apice quando una donna muore uccisa dalla violenza maschile e che ha un nome solo: femicidio.
Coordinamento dei Centri antiviolenza dell’Emilia-Romagna
Via dell’Oro 3 – 40124 Bologna centriantiviolenzaer@women.it www.centriantiviolenzaer.it
tel. 051 333173 fax 051 3399498
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Coordinamento dei Centri antiviolenza
dell’Emilia-Romagna
• Casa delle donne per non subire violenza – Bologna
• Vivere Donna – Carpi
• SOS Donna Onlus – Faenza
• Centro Donna Giustizia – Ferrara
• Trama di Terre – Imola
• Demetra Donne in aiuto Onlus – Lugo
• Casa delle donne contro la violenza – Modena
• Centro Antiviolenza Onlus – Parma
• La Città delle Donne – Piacenza
• Linea Rosa Onlus – Ravenna
• Rompi il silenzio Onlus – Rimini
• Nondasola – Reggio Emilia
• Sos Donna – Bologna
Referente per la stampa:
Gabriella Alboresi
Presidente della Casa delle donne contro la violenza Modena
cell. 347 4321131