Settembre 2016: FEMICIDIO A PARMA.

Settembre 2016: femicidio a Parma . La violenza sulle donne è un problema maschile.

Secondo i dati raccolti dal Coordinamento dei centri antiviolenza dell’Emilia-Romagna, si contano 6 femicidi e 4 tentati femicidi in regione nel 2016

Elisa Pavarani, 39 anni, è stata uccisa a coltellate dal suo ex compagno Luigi Colla, di 42 anni, rintracciato e arrestato dai carabinieri. Il femicidio è avvenuto a Parma, nell’appartamento dell’uomo, dove la donna si era recata per un incontro chiarificatore. La relazione tra i due si era conclusa da poco ma la sua fine non era stata accettata dall’uomo, che, stando alle dichiarazioni dei vicini, “perdeva spesso il controllo”.

Il Coordinamento dei centri antiviolenza dell’Emilia-Romagna ribadisce che non si può affrontare il fenomeno della violenza sulle donne se non lo si inquadra prima di tutto come problema maschile. Sono tantissimi gli uomini che uccidono perché non riescono ad affrontare la fine di una relazione, e quindi ad accettare il limite che la libertà dell’altra impone alla propria. È necessario indagare il fenomeno della violenza sulle donne partendo da loro, dagli uomini, da quello che è un problema identitario che si traduce in una difficoltà relazionale. È importante un lavoro a livello culturale perché la relazione fra uomo e donna sia improntata sul rispetto e non sulla possessività e la dominazione.

Stando ai dati raccolti, Elisa Paravani è la sesta donna uccisa nel 2016 in Emilia-Romagna, dove si contano anche 4 tentati femicidi dall’inizio dell’anno.

Non si possono comprendere fenomeni come la violenza sulle donne e il suo epilogo tragico, il femicidio, se non si riconoscono come forme estreme del sessismo: non possiamo considerarli isolatamente ma dobbiamo situarli in una linea di continuità con i rapporti di potere e con quella cultura maschilista che stenta a riconoscere la donna come persona.

Il lavoro dei centri antiviolenza è un lavoro prezioso che continua inarrestabile nonostante le difficoltà, ma è necessaria una assunzione di responsabilità a livello istituzionale, politiche mirate e una presa di consapevolezza collettiva perché questa scia di violenza che vede morire coì tante donne in Italia si arresti.

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